Emergenza Covid: La voce dei lavoratori dello spettacolo
Vorrei cominciare questo articolo citando alcune delle parole del discorso tenuto dall’attore Riccardo Pieretti in occasione della manifestazione Gli Stati Popolari del 5 luglio a Roma, promossa tra gli altri dal sindacalista Aboubakar Soumahoro. Pieretti, parlando del mestiere dell’attore dichiara: “Questo mestiere nasce dalla vocazione ed è fatto di passione, ma anche se amiamo Shakespeare non siamo fatti solo della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, noi siamo carne e ossa”.
Queste parole rappresentano bene la situazione in cui vivono attualmente moltissimi lavoratori e lavoratrici dello spettacolo che, in seguito all’emergenza Covid hanno visto interrompersi bruscamente la loro attività lavorativa per più di tre mesi, per poi incappare in quella che i lavoratori da me interpellati direttamente hanno definito una “falsa ripartenza” in cui di fatto soltanto circa il 5 per cento dei lavoratori ha potuto tornare al lavoro, mentre la gran parte di essi è ancora inattiva e oltretutto priva di qualsiasi forma di sostegno al reddito.
Inoltre, le dichiarazioni rilasciate di recente dal presidente del consiglio Conte che ha parlato dei “nostri artisti che ci fanno tanto divertire e ci fanno tanto appassionare” sono parse ai più come una sostanziale svalutazione del mestiere degli artisti, rappresentati come semplici esperti dell’intrattenimento fine a sé stesso. Il problema, tuttavia, non sono solo le parole. I lavoratori dello spettacolo lamentano soprattutto la mancanza di fatti. La mancanza di politiche capaci di riprogrammare un settore che anche prima dell’emergenza Covid presentava diverse criticità e l’assenza, come dicevamo, di misure concrete atte a garantire ai lavoratori che non sono fatti di materia onirica, ma di carne e sangue, la possibilità di sostentare sé stessi e le loro famiglie.
Proprio in conseguenza di questa situazione i lavoratori dello spettacolo si sono mobilitati a livello nazionale, ma in particolare in Lombardia dove hanno dato vita al Coordinamento dei lavoratori dello spettacolo in cui diverse organizzazioni tra cui Attrici e Attori uniti, LLSL (Lavoratrici e lavoratori spettacolo Lombardia), Attrezzismo violento, Sarte di scena, Saltimbanchi senza frontiere e molti altri sono convogliate per dare maggiore compattezza alle loro rivendicazioni e per provare ad aprire un dialogo con le istituzioni locali e nazionali al fine di migliorare le condizioni di tutti i lavoratori del settore, per affrontare l’emergenza presente, ma anche per mettere mano a una riforma del mondo dello spettacolo da troppo tempo attesa e sempre rimandata.
A questo proposito ho avuto modo di confrontarmi direttamente con alcuni lavoratori impegnati nella mobilitazione.
Antonio è un tecnico appartenente a LLSL e racconta: “Dal 23 febbraio in seguito all’emergenza Covid abbiamo fermato tutte le nostre produzioni, siano essi concerti, spettacoli teatrali, eventi fieristici, eventi corporate. L’INPS ci ha detto che ci avrebbe fatto avere questo sussidio o bonus di 600 euro, ma al momento la maggior parte di noi non ha ricevuto niente”. Fortunatamente è proprio di queste ultime ore la notizia che l’INPS tramite un dirigente avrebbe richiesto ai lavoratori in presidio davanti alla sede di Milano di raccogliere i loro dati in modo tale da potersi informare circa le singole posizioni. Una prima notizia positiva perché continua Antonio: “Fino adesso ci avevano detto parlate con Roma o con il governo, ora se non altro si sono mostrati più disponibili”. La mobilitazione sta quindi ottenendo i suoi primi risultati. Antonio parla anche delle restrizioni e delle difficoltà legate alla ripartenza del settore: “L’esempio più lampante è quello dei grandi concerti live che sono stati posticipati direttamente di un anno. Per quanto riguarda la moda, settore in cui molti di noi lavorano, le sfilate ora vengono fatte online così come gli eventi aziendali. Il ministro Franceschini ha parlato di creare un Netflix della cultura, come se in streaming si potesse fare davvero tutto quello che veniva fatto dal vivo, ma è impossibile. Il teatro per esempio è fatto di atmosfere che lo streaming non è in grado di riprodurre nemmeno lontanamente”. La mobilitazione non cesserà finché non si avranno risposte reali dice Antonio: “Siamo in mobilitazione permanente dal 30 maggio, vogliamo sapere quando sarà predisposta una reale ripartenza e se non ci sarà, vogliamo avere un sostegno economico concreto. Noi, i tecnici, siamo un po’ considerati degli invisibili, siamo quelli dietro le quinte, non ci si vede. Un po’ come se tutto quello che viene realizzato fosse automatico, ma non è così. Sono richieste competenze molto specifiche per fare quello che facciamo. Abbiamo aperto un dialogo con le istituzioni, siamo anche disposti a dare il nostro contributo in forza della nostra esperienza per definire le linee guida di una ripartenza sicura”.
Roberta, invece, è un’attrice appartenente al collettivo Attrici e Attori uniti e mi parla nello specifico delle proposte che i lavoratori dello spettacolo stanno mettendo in campo per migliorare il settore anche in vista del dopo-covid come ad esempio: “Il reddito di continuità che riguarda qualsiasi lavoratore o lavoratrice dello spettacolo”. A tal proposito, infatti, molti attori a norma di legge non possono neppure sperare nel sussidio dei 600 euro perché: “Il governo non ha rivisto tutti i quanti parametri per l’assegnazione del bonus. Io per esempio avrei potuto beneficiare del bonus in seguito al decreto rilancio, ma hanno messo una postilla secondo la quale questo bonus non spetta se si prende un altro tipo di ammortizzatore sociale. Ora, io per una collaborazione artistica continuativa ma di poche ore a settimana, ho un contratto part-time con il quale percepisco una cassa integrazione di 250 euro e a causa di questa non ho potuto prendere un bonus che mi spetta. È sbagliato giudicare diverse forme contrattuali necessariamente in contrapposizione. Non sanno che l’artista deve ricorrere a diverse forme contrattuali per barcamenarsi e sopravvivere”. Diversamente, aggiungo io, non riuscirebbe a mettere insieme un reddito complessivo decente. Altra proposta importante riguarda l’integrazione delle due casse INPS ed ENPALS: “Chi in questo momento fa formazione teatrale, insegna, vede versati dei contributi INPS e non ENPALS e molti artisti che avevano concentrato la loro attività sulla formazione non si sono trovate registrate sufficienti giornate ENPALS per accedere ai bonus dati dallo stato. L’integrazione delle due casse aiuterebbe a riconoscere agli attori che insegnano teatro ciò che a loro spetta”. Da qui tra l’altro l’idea di: “Aprire uno sportello di facilitazione presso i centri per l’impiego per agevolare la gestione delle pratiche ENPALS da parte degli attori stessi, saltando l’intermediazione” inoltre: “proponiamo anche la creazione di un osservatorio regionale dello spettacolo dal vivo per verificare il rispetto della dignità dei lavoratori, che ci sia una congrua retribuzione e un corretto uso dei fondi pubblici”. Una parentesi importante Roberta poi la dedica alla questione di genere: “Noi stiamo facendo una mappatura dei principali teatri nazionali guardando alle ultime tre stagioni. Non c’è neanche un direttore di teatro donna, le donne in totale sono il trenta per cento, le registe sono il quindici per cento, percentuali bassissime. Noi vogliamo far capire che questa situazione deve essere cambiata. Non è possibile che le attrici abbiano questa possibilità di lavorare così inferiore a quella degli attori”.
Il clima, a quanto mi viene riferito, all’interno del coordinamento lombardo è molto costruttivo e il dialogo, pur tenuto conto delle diverse esigenze e sensibilità presenti è in corso. Diversamente rispetto ad altre regioni in cui invece il processo sembrerebbe incontrare maggiori difficoltà.
Attori, attrici e lavoratori dello spettacolo interessati a partecipare alle attività del coordinamento possono scrivere alla mail coordinamentospettacololo@gmail.com per essere inseriti nella mailing list e/o consultare le pagine facebook delle associazioni citate.
Terremo aggiornati i nostri lettori sullo sviluppo della situazione.