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Cucina e solidarietà: La storia dello chef del Cagliari William Pitzalis

La cucina  è la prima forma di comunicazione universale. Secondo Lévi Strauss, antropologo, psicologo e filosofo francese, cucinare è “l'invenzione che ha reso umani gli umani”: prima dell'invenzione della scrittura, gli umani hanno scoperto l'arte della cucina,  la capacità di trasformare gli alimenti in pietanze. È proprio In cucina che  ritroviamo noi stessi, la nostra cultura, i nostri desideri e bisogni.

In cucina impariamo a conoscere la terra, il mondo e le culture.

William Pitzalis, Chef del Cagliari calcio, che ha voluto fare della sua professione e passione, uno strumento per arrivare al cuore e alla mente delle persone, alla scoperta di nuovi talenti.william pitzali chef cagliari

William, cagliaritano, è cresciuto nel quartiere Sant’Elia, ama la sua squadra e la sua città, tanto che ha fatto di tutto per promuovere l’apertura di un’accademia per giovani cuochi, proprio nel suo quartiere, per favorire un’opportunità per tanti ragazzi giovani.

      Un sogno, che il nostro William, ha visto realizzarsi quest’anno, nonostante la pandemia, alcuni ragazzi del quartiere , incuriositi, hanno subito voluto cimentarsi in questa bella avventura e  perché no, con il sogno nel cassetto, diventare un domani dei cuochi di qualche squadra importante.

Un progetto sociale, attraverso un rapporto capillare tra istituzioni, abitanti e associazioni, tutti uniti per promuovere una grande iniziativa con il proposito che a macchia d'olio si diffonda in tutta l’isola, cosi da provare a   garantire  un futuro occupazionale e sociale a tanti giovani.

Quest’anno William, è apparso in tv e ha partecipato alla  trasmissione   televisiva “CUOCHI D’ITALIA”, diretta da Alessandro Borghese, riuscendo  a classificarsi in seconda posizione.

Cosi abbiamo voluto intervistarlo.

      Cucinare è la tua passione, come mai hai deciso di intraprendere questa professione e cosa si prova ad essere  chef della propria squadra del cuore?

Spesso quando ero piccolo rimanevo a casa da solo,  mia madre era al lavoro tutto il giorno, quindi ogni sera preferivo apparecchiare e cucinare la cena per lei. Quando ritornava dal lavoro lei era felicissima e tutto questo mi riempiva di gioia, da li ho capito che avrei fatto il cuoco. Per me tutto questo significava generosità, offrire una parte di me stesso, perché fatto senza volerlo.

Cucinare per la mia squadra vuol dire impegnarsi tanto, non è un lavoro come tutti gli altri, sei coinvolto fino al midollo, sono devoto al mio posto di lavoro

Molti ti conoscono per il tuo impegno nel sociale, hai fatto di tutto affinché  un’  accademia per la formazione  di  giovani cuochi si realizzasse, com’è nata questa idea?

L’accademia del Gusto, attraverso un cofinanziamento della fondazione  Giulini, nasce all’interno di un progetto più ampio di rigenerazione urbana, diffusione della cultura e  sblocco occupazionale per i ragazzi fruitori del corso.

Si insegna l’arte della cucina,  la disciplina e l’ordine per potersi rapportare meglio con questo mondo affascinante complesso e faticoso.

Sono molto felice, essendo all’ottava lezione, siamo quasi alla fine, i ragazzi sono bravi, alcuni di loro hanno già trovato lavoro, quattro di otto ragazzi che frequentano il corso  inizieranno un percorso lavorativo nelle migliori cucine di Cagliari.

Non smetti mai di aiutare gli altri, ami cucinare per chi ha davvero è nel  bisogno,  sei spesso presente nella mensa dei poveri  del tuo quartiere, dove chi non può permettersi un piatto  da mangiare, ha la possibilità di gustare una buona pietanza cucinata da te con amore. Da cosa nasce questo tuo sentimento verso gli altri?

Ognuno di noi ha hobby e passioni, io amo fare questo, spero che  anche i ragazzi dell’accademia possano  portare  avanti i nostri progetti futuri.

Oltre ad essere tifoso sei anche parte integrante della  tua squadra del cuore, sei stato ripreso a  sventolare la tua sciarpa, pieno di gioia , in una delle ultime vittorie, cosa si prova a vedere la propria squadra vincere, dopo una anno difficile come questo?

Io sono un grande  tifoso del Cagliari. Credo che in passato con i soldi che ho speso per seguire la mia squadra, avrei acquistato un appartamento.

Infatti i risultati delle gare condizionano le mie giornate, le ultime gare sono state troppo belle.

Per essere in piena  forma come atleta, bisogna mangiare bene, Quali sono i piatti che ami cucinare alla tua squadra e quali  consigliai calciatori?

Non esiste una ricetta per calciatori, esistono buoni ingredienti, in cucina la selezione delle materie prime fa la differenza.

Nella mia isola abbiamo materie prime di alta qualità, forse per questo  c’è una buona longevità.


Molti sono ragazzi che ti ammirano , vorrebbero essere come te, dietro ai fornelli per la squadra della propria città, quali suggerimenti gli daresti? Consigli?

Io non ho potuto studiare tanto, consiglio di studiare e di viaggiare tanto, inseguite il vostro sogno prima o poi arriverà. La Sardegna è una terra meravigliosa, il suo mare è stupendo, così come  la gente, accogliente e generosa.

Verremo a trovarti con piacere e vorremmo assaggiare una delle tue specialità. Cosa ami di più cucinare ?

Un piatto semplice, mi piacerebbe cucinare alle persone nel mio ristorante una buona zuppetta di crostacei e crostacei con crostino di pane aromatizzato all’aglio, il tutto guarnito con cozze.

Vi aspetto in Sardegna!!!!!!!!

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