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Animali da compagnia: per vivere meglio e allungarsi la vita

  • Mirella Elisa Scotellaro

amici animaliFin dai tempi più antichi l’uomo ha cercato di relazionarsi con gli animali ricavandone benefici insospettabili.

Possiamo affermare che ormai non vi siano più dubbi: nel rapporto tra l’uomo e i suoi amici a quattro zampe non si determina soltanto una gratificazione sul piano puramente affettivo, ma è scientificamente dimostrato come in esso si producano per entrambi molte conseguenze positive sotto diversi profili, ivi compresa una migliore qualità della salute fisica, nonché reciproco benessere psicologico.

Naturalmente, nel tempo, l’evoluzione culturale e giuridica ha fatto sì che l’animale – finalmente -  non sia più considerato semplicemente come un oggetto al servizio dell’uomo, ma, in qualità di essere senziente, sia riconosciuto quale titolare di propri diritti (vedesi Trattato di Lisbona), in un contesto sociale modernamente orientato alla valorizzazione della biodiversità e alla tutela del rapporto tra l’uomo e gli animali domestici e da affezione, nonché dei “benefici psicosociali” da esso derivanti.

Esaminiamone alcuni fra i più diffusamente apprezzati.

La comunicazione uomo-animale si fonda su un linguaggio immediato, fatto non tanto di parole quanto di un insieme di comportamenti elementari, quasi “primitivi”, quali gesti, toni, sguardi e sensazioni tattili, che inducono in entrambi i soggetti del rapporto un effetto rassicurante e stimolante al tempo stesso. Si tratta dunque di un livello comunicativo di base, assai meno complesso di quello abitualmente  intercorrente nella relazione tra umani, e dunque più istintivo e accessibile anche ai bambini, ovvero a persone temporaneamente o stabilmente portatrici di problematiche psico-fisiche anche complesse.

Il contatto corporeo tra l’individuo e l’animale, oltre che le relative sensazioni tattili che ne conseguono, favoriscono la percezione del confine psicologico tra sé stessi e l’altro vivente, agevolando – ove fosse necessario - la presa di coscienza della propria identità e l’attività psico-somatica.

L’elemento di affezione che l’uomo instaura con l’animale può arrivare a compensare, almeno in parte, eventuali carenze affettive nelle relazioni tra umani, e contribuire a ristabilire gradatamente un’equilibrata propensione personale verso rapporti emozionali o fiduciari temporaneamente compromessi.

La stimolazione intellettiva inerente all’attività relazionale uomo-animale promuove l’instaurazione di interessi che minimizzano le sensazioni di isolamento e di alienazione, inducendo progressi nelle “prestazioni cognitive e relazionali”.

L’attività ludica con l’animale, libera nell’uomo energia fisica e risposta creativa.

L’interpretazione in senso antropomorfico di alcuni comportamenti dell’animale può essere di ausilio, con riferimento a persone affette da autismo o egocentrismo, nel recupero di una visione della realtà esterna al proprio limitato universo interiore.

L’amicizia con un animale può diventare per l’individuo motivo per il recupero della capacità di socializzazione con altre persone attraverso la condivisione di interessi incentrati sulla gestione e l’accudimento dell’animale stesso, e la ricerca di soluzioni per le relative problematiche.

La relazione uomo-animale, nei casi di grave affaticamento o di intenso dolore fisico, è fonte - per entrambi i soggetti - di partecipazione emotiva, oltre che di reciproca consolazione e di profondo sollievo per la parte sofferente.

Con riferimento agli anziani, non di rado prostrati da un senso di solitudine, rassegnazione, apatia o perdita di fiducia nelle proprie capacità, l’interazione con un animale da compagnia verso cui esprimere affezione e senso di protezione, può essere determinante per il ripristino di una condizione affettiva e relazionale soddisfacente.

Varie sperimentazioni, oltretutto, hanno dimostrato come una buona relazione uomo-animale produca effetti salutari diretti sull’organismo di entrambi, quali la produzione di ossitocina, l’abbassamento della pressione arteriosa, una marcata diminuzione dei livelli di aggressività, un miglioramento delle capacità motorie, e, secondo taluni osservatori qualificati, finanche un allungamento della vita!

Non sarà dunque casuale l’introduzione di nuovi protocolli sperimentali che prevedono l’ingresso degli animali da affezione nelle corsie ospedaliere (vedi il caso della Regione Toscana), fra i detenuti (vedi l’Isola di Gorgona – Livorno), fra i nuovi strumenti di cura (vedi la pet-therapy).

In ultimo, corre l’obbligo di ricordare che il rapporto tra l’uomo e gli amici quadrupedi ha ricevuto un riconoscimento internazionale importantissimo attraverso  la presentazione di 5 principi fondamentali annunciati nella “Dichiarazione di Ginevra” alla 7° Conferenza Internazionale su “Animali, Salute e Qualità della vita:

  • “Accettare il diritto universale non discriminatorio ad avere un animale domestico in tutti i luoghi e in tutte le circostanze, se I'animale viene adeguatamente curato e non inficia i diritti dei non proprietari di animali.
  • Prendere le misure più idonee per assicurare che l'ambiente umano sia pianificato e progettato in modo da tenere conto dei bisogni e delle caratteristiche degli animali da compagnia e dei loro proprietari.
  • Incoraggiare la presenza regolamentata degli animali da compagnia nelle scuole e nei curricoli scolastici. Convincere gli insegnanti e gli educatori dei benefici prodotti do questa presenza attraverso appropriati programmi di addestramento.
  • Assicurare l'accesso regolamentato degli animali da compagnia negli ospedali, case di riposo e altri centri di cura per tutti coloro che, a qualsiasi età, hanno bisogno di questo tipo di contatto.
  • Riconoscere ufficialmente quali validi interventi terapeutici quegli animali che sono specificamente addestrati per aiutare le persone a superare limiti e disabilità; promuovere lo sviluppo di programmi per addestrare tali animali e assicurare che la conoscenza della loro capacità sia inclusa nell'insegnamento base delle professioni sanitarie e sociali.”

Come non condividere? L’accoglimento sul nostro territorio di tali principi è un segno di civiltà e di progresso, tanto più che la massima parte degli Italiani può sicuramente vantare un grado di sensibilità personale e collettiva che consente ampiamente di poterli recepire in tutta la loro straordinaria portata innovativa!

                                                                                                                         Mirella Elisa Scotellaro

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