Alcuni locali riaprono il 15 gennaio in barba ai divieti covid
Venerdì 15 gennaio sembrano molti i proprietari di bar, ristoranti e locali di tutta Italia che vogliono sfidare le restrizioni causate dalla pandemia con l'iniziativa #ioapro. Mossa irresponsabile o mera sopravvivenza?
Se inizialmente sulla base delle prescrizioni del Comitato Tecnico Scientifico era stato richiesto a tutti i locali di rispettare specifiche prescrizioni per poter continuare ad operare in piena sicurezza, ora sembra che queste non siano sufficienti, come imposto dai vari divieti previsti dall'attuale Dpcm. Monta quindi la protesta di alcuni proprietari di bar, ristoranti e commercianti che hanno annunciato la volontà di riaprire i locali da venerdì 15 gennaio.
Se da un lato è comprensibile che i danni economici stanno facendosi sempre più gravosi, dall'altra nel quadro sanitario attuale la situazione non è certo rosea e tranquilla. Ma, le possibili sanzioni? "Noi apriamo e poi abbiamo gli avvocati, sia per i ristoranti sia per i clienti che verranno multati, e faremo i ricorsi alle multe”, qui è riassunto in breve il pensiero di chi aderisce all'iniziativa.
Aumento dei ristori
La protesta vuole puntare anche ad una richiesta di maggiori ristori per quei locali che rispettando le norme anticovid rispetteranno le chiusure. Sono in molti infatti che firmeranno l'adesione alla protesta ma poi effettivamente non riapriranno le serrande: si punta quindi ad ottenere visibilità per chiedere un maggiore indennizzo per le chiusure anticipate causate dalla pandemia.
Nel frattempo il governo aveva già messo in campo lo studio di un nuovo "decreto Ristori quinquies" con l'ampliamento della platea dei beneficiari del contributo a fondo perduto, per un valore complessivo di circa 30 miliardi di euro e che è in agenda per l’approvazione dello scostamento il prossimo 20 gennaio.
Le opinioni dei cittadini
Cosa ne pensano clienti e cittadini? Di seguito molte opinioni contrastanti.
Stefano chiede ironicamente se si tratta di una protesta contro gli ospedali e le terapie intensive, mentre per Francesco dovrebbero annullare i ristori a quei locali che non rispettano le norme in vigore. Di diverso avviso Ilaria C., proprietaria di bar ed esasperata dal fatto che pur avendo un locale aperto a singhiozzo le bollette e l'affitto lo deve pagare.
Beppe A. invece dice che pur avendo un bar non ritiene che la colpa della pandemia in corso sia del governo italiano e aprendo i locali indiscriminatamente non si risolvono le cose ma possono solo peggiorare. Ezio O. si scalda e dice che probabilmente chi non apre i locali non ha ancora raggiunto il problema di chi non sa più cosa mettere sulla tavola per pranzo. Chiara F ribatte: "Follia, da cliente dovrei venire a cena al ristorante, spesso con tavoli uno attaccato all'altro, e rischiare pure una multa oltre al possibile contagio?"
Anna R. ci dice: "abbiamo un piccolo ristorante in provincia ma siamo molto titubanti riguardo questa iniziativa perché pensiamo che sarebbe efficace solo se la gente “comune” fosse dalla nostra parte, invece come spesso succede in Italia si creano 2 fazioni. Chi apre sarà additato come un “untore” e saranno poi pochissimi i clienti che ci sosterrebbero mettendoci fisicamente la faccia e rischiando di prendere una sicura sanzione. Matteo P. infatti è uno di questi: "Mi sembra di rivedere il video del furbetto ristoratore del capodanno sul Garda... se vedrò il ristorante sotto casa pieno di gente andrò anch'io, ma per buttarci dentro l'umido che ho in balcone".
Ristoranti penalizzati ogni oltre ragionevolezza, dice Sergio D., sono ormai chiusi solo loro, e i bar quando sono posti dove gli ingressi sono facilmente controllabili e gli assembramenti si possono evitare. Assembramenti numerosi invece in tante altre situazioni, come file davanti ai negozi, nei mezzi pubblici, negli uffici, nelle fabbriche, ecc.
E' Claudio F. a dire "Scusate, ma se questi decidono in barba alle leggi di riaprire i ristoranti ...io, che desidero una casa al mare, domani vado e ne occupo una, no? Perché deve starci dentro solo chi può comprarla ??? A questo punto è lecito violare anche la legge sulla proprietà secondo il comportamento di questi tizi."
Da segnalare anche l'iniziativa opposta #iononapro, dove migliaia di ristoratori ha deciso di aderire non perché esenti da difficoltà ma, dicono, "non apriamo proprio per la ragione opposta:
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perché la nostra categoria non è rappresentata da una associazione forte che ci tuteli;
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perché se lo Stato emana una legge, noi la rispettiamo;
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perché non abbiamo nessuna intenzione di passare dalla ragione al torto.
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non vogliamo dare appiglio a chi non vede l'ora di trovare un capro espiatorio qualsiasi."
Una carrellata di commenti che evidenziano punti di vista anche molto differenti. C'è da chiedersi se questa iniziativa di disubbidienza civile abbia davvero senso nel contesto attuale. Forse il governo potrebbe aumentare i ristori cosi' da dare un colpo al cerchio ed uno alla botta ma molti cittadini si chiedono se la priorità sia davvero quella di pagare tasse, bollette o affitti piuttosto che fermare i contagi e i ricoveri di centinaia di nuovi pazienti covid ogni giorno. Di sicuro chi aderisce a questa iniziativa ha molto coraggio.