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Abbandono di animali: una sofferenza bestiale

  • Mirella Elisa Scotellaro

Contro la legge e contro un diffuso sentire sociale, continua l’abbandono di povere creature indifese come questa …

Secondo alcuni  l’Umanità si potrebbe  dividere in due grandi categorie di individui: da una parte gli amanti degli animali; dall'altra tutti quelli che né li amano né li rispettano.

I primi sarebbero gli uomini sensibili, dotati di piene capacità affettive e relazionali; i secondi sarebbero uomini e basta, con competenze comunicative e culturali decisamente più limitate.

Sarà vero? Non abbiamo una risposta scientifica al riguardo, ma di certo sappiamo che c’è una legge dello Stato Italiano che all’art. 727 del Codice Penale sancisce come “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze” (Codice Penale Italiano, Libro III, Titolo I).

Il  principio ispiratore della norma è nel rispetto giuridico del sentimento  delle persone (e sarebbe proprio il caso di aggiungere anche quello degli amici a quattro zampe!) le quali  si sentono offese dal maltrattamento o dall'abbandono degli animali, nonché nella tutela degli animali stessi oggi “adeguata all’evoluzione dei costumi e delle istanze sociali da forme di maltrattamento, abbandono ed uccisioni gratuite in quanto esseri viventi capaci di reagire agli stimoli del dolore” (così il Consiglio di Stato), in conformità dell’art. 6 della Dichiarazione dei Diritti dell'Animale la quale recita testualmente “L’abbandono di un animale è un atto crudele e degradante”.

Le campagne di sensibilizzazione ci sono, ma forse si potrebbe fare di più: piccoli gesti come dare da mangiare al gatto del nostro vicino animali abbandonatiquando lui è in trasferta di lavoro; offrirsi di portar fuori prima di cena il cagnolino di una pensionata con qualche difficoltà di deambulazione; ospitare il coniglietto di un conoscente che parte per un week end; favorire l’adozione di randagi da parte di condomini e attività commerciali con piccole iniziative private; inserire nei programmi scolastici dei ragazzi, in accordo tra insegnanti e famiglie, alcune attività informative/educative finalizzate all’armonizzazione del rapporto uomo-animale … Gli esempi potrebbero essere tanti, e quasi tutti a “costo zero”.

La triste realtà è che, nonostante il dettato legislativo, ogni anno in Italia migliaia di cani e di gatti vengono abbandonati dai loro ingrati padroni: i dati statistici forniti dalle Associazioni di settore parlano di circa 700.000 abbandoni annui (oltre che di un numero altrettanto cospicuo di casi di “rischio-abbandono”) la massima parte dei quali sono destinati a concludersi con una morte per stenti in assoluta solitudine.

Sono cifre sconfortanti che tuttavia non fanno passare in secondo piano il lavoro pregevolissimo di gruppi di volontari i quali in maniera encomiabile - e a volte pressoché eroica - si  adoperano con dedizione e generosità per salvare centinaia di questi nostri piccoli amici.

A queste persone speciali sono dedicate le nostre parole di ringraziamento, di sostegno e di incoraggiamento a perseverare nel loro impegno civile per questa nobilissima causa alla quale tutti potremmo partecipare, anche con un semplice passaparola sul web!!!

Mirella Elisa Scotellaro

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