8 Marzo: Donna appagata, casalinga realizzata
L'otto marzo si celebrerà la giornata internazionale della donna. La sua origine è controversa e non entro certo nella disputa filologica. Lascio ad altri il compito, ai cosiddetti specialisti. Sperando che smentiscano i convincimenti di Churchill, il quale sentenziava : "Mi tengo alla larga dagli esperti come dalla peste.. ".
Al cronista interessa la implementazione della ricorrenza. Come ogni giorno vive la donna. E, in particolare, come si destreggia una categoria di donne particolarmente invisa al gotha del Duemila. Parlo delle casalinghe. Ne incontro una. Archetipo di coloro che "lavorano ventiquattrore e per venti sono calunniate". (Guzman, filosofo brasiliano).
Mara ha quarantanni, un diploma di liceo classico e due figli. Suo marito è un funzionario di una rinomata banca meneghina.
- Perché ha deciso di lasciare il lavoro? "Volevo dedicarmi in esclusiva a mio marito e ai miei figli. E mi stavo accorgendo di non poterlo fare anche lavorando".
- Che professione esercitava? "Impiegata di banca. Qui, fra l'altro, ho conosciuto mio marito".
- Pentita della scelta? "Scherza, la rifarei cento volte".
- Come si realizza tra le pareti domestiche? "Beh, occupandomi della casa a 360 gradi!".
- In concreto? "Quando lavoravo in banca non sapevo nemmeno cuocere una bistecca. Avevamo una collaboratrice domestica quasi a tempo pieno. Adesso sono diventata una patita dei fornelli e sforno dei manicaretti da leccarsi i baffi. E poi....
-.... e poi ? "Attraverso dei corsi specifici ho imparato a rammendare, a modellare vestiti, ad imbiancare, ad intagliare mobili...".
-.... A rimpiazzare pure l'idraulico?
"Pure, nei lavoretti correnti, come cambiare un rubinetto, sturare uno scarico intasato... Le dirò di più: l'elettricità mi ha sempre attirato e in casa mia l'elettricista non si vede mai".
- Non le manca la socializzazione d'ufficio? "I pettegolezzi alla macchinetta del caffè vuole dire?".
- Non banalizziamo. Parlo dei rapporti con le colleghe, dell'acquisire sapere tramite il lavoro, della soddisfazione di una promozione... "Guardi, dove prestavo la mia opera, le mansioni erano talmente elementari e ripetitive che gli psicologi dell'azienda consigliavano un hobby specialistico per compensare lo stress della pratica da montaggio. Ovvero la catena di montaggio operaia adattata alla figura impiegatizia".
- Le femministe non sarebbero d'accordo. "La liberazione della donna non si realizza attraverso qualsiasi lavoro fuori casa. Di suffragette ne ho incontrate diverse anche in banca. Ma - guarda un po' - erano tutte dirigenti. Con funzioni pagatissime e un incarico variegato e appagante".
- La Storia, quella con l'iniziale maiuscola, infatti, insegna che le rivoluzioni, quasi tutte, furono avviate da esponenti della media e alta borghesia. -"Infatti. Il popolino doveva mettere insieme il pranzo con la cena e non aveva tempo per progettare sommosse".
- Fuori casa non s'avventura? " Come no. Faccio volontariato cinque giorni su sette presso una quotata cooperativa di ragazzi disabili. I quali producono giocattoli, oggetti per la casa, anche prodotti gastronomici che poi vendono attraverso la rete parrocchiale".
- Cosa fa lì? "Li aiuto nelle operazioni più complesse, condividendo con loro la gioia per un manufatto completato. Davvero appagante".
- Immagino che potrà sorvegliare i figli a puntino. "Sorvegliare è una parola impropria. Alla loro età, adolescenziale, vanno soltanto aiutati a scegliere il meglio e a rintuzzare quella visione del mondo, relativista, fatta di molti desideri e pochi doveri".
- Ammetterà che lo stipendio di suo marito l'hai aiutata nella scelta. "Certo. Non tutti, obiettivamente, potrebbero permetterselo anche desiderandolo. Ma la qualità della vita va oltre il consumismo. Meglio le vacanze dimezzate che l'ansia di possedere il superfluo".
- Cos'è per lei il superfluo? "Quello che oscura il necessario".
- Ho dato un'occhiata alla sua agenda giornaliera. Rivaleggia con quella di una donna in carriera. Mara sorride. E chiosa, quasi sottovoce : "La mia cariera è sentirmi compiaciuta la sera. Stanca e soddisfatta. Non ho mai dormito così bene come da quando ho abbandonato la gloriosa (sic) banca".
- Appoggia la proposta di un salario per le casalinghe? "Basterebbe tornare agli assegni famigliari di un tempo".
- Un' ultima domanda. Cosa direbbe l'otto marzo alle donne? "Di non farsi plagiare dalle mode. Casalinga è bello. E gratificante. Perché dovremmo sentirci una casta inferiore?".
Se lo chiedeva sempre anche mia madre. E scusatemi il ricordo di figlio grato.
Gaetano Tirloni