La felicità è possibile? Una riflessione profonda su come viverla
Una domanda non tanto semplice, ma importante. In questo articolo provo a rispondere condividendo la mia opinione, frutto dell’insegnamento di un uomo che ho stimato moltissimo per la sua umanità e profondità di pensiero.
Tutti siamo in cerca della felicità, ma il problema è dove, o in chi, o in cosa la cerchiamo.
Le azioni e i diversi stati d’animo che ne derivano
Ogni persona compie diverse azioni, e da esse derivano vari stati d’animo. Possiamo distinguere quattro tipi di azioni principali:
- Azioni spontanee: legate alle abitudini o definite inconsce.
- Azioni volute: frutto di una scelta personale.
- Azioni accettate: fatte non per scelta personale, ma accettate.
- Azioni subite: compiute in contrasto con le proprie scelte.
Se riflettiamo, tutte queste azioni vengono compiute per stare bene, anche quelle subite. Nessuno compie un’azione per stare male. Persino chi si toglie la vita lo fa pensando che starà meglio di prima. Questo dimostra che il desiderio di essere felici è sempre presente.
Felicità: dentro o fuori di noi?
L’espressione “avere la felicità” presuppone che il nostro benessere dipenda da azioni o situazioni esterne. Questo implica che la felicità derivi dal “bene-fare” e non dal “bene-essere”. Ma è davvero così?
La felicità non sta nelle cose
Le azioni o le cose non sono intrinsecamente buone o cattive: tutto dipende da chi le usa, quando, quanto e come. Di conseguenza, la felicità non si trova dentro le cose, ma nella capacità di utilizzarle.
Se così non fosse, chi possiede molte cose dovrebbe essere per forza felice, ma sappiamo che non è sempre così. Al contrario, una persona malata può essere felice, mentre una persona con molti beni può sentirsi infelice.
La felicità non dipende dalle situazioni, ma da come le viviamo. Non dipende dalle azioni che compiamo, ma da come le compiamo.
Accettare se stessi per essere felici
Pensiamo al nostro corpo, che è quello che è. Accettarlo nei suoi pregi significa essere intelligenti abbastanza da accettarlo anche nei suoi limiti. Amarlo così com’è è fondamentale, perché è l’unico corpo che possediamo.
Usare il corpo in armonia con le sue capacità significa chiedergli non più di quanto può offrire e non meno di quanto serve. Solo così si può vivere in equilibrio con la propria fisicità. Una disarmonia con il proprio corpo non può condurre alla felicità.
Intelligenza e ragione nella ricerca della felicità
La intelligenza e la ragione giocano un ruolo importante nella ricerca della felicità:
- Con l’intelligenza possiamo conoscere gli strumenti necessari per raggiungere la felicità e come usarli in base ai loro limiti.
- Con la ragione possiamo capire cosa è buono per noi in ogni momento e determinare il giusto equilibrio tra i nostri desideri e ciò di cui realmente abbiamo bisogno.
Non si può volere ciò che non si conosce.
Non si può amare ciò che non si conosce.
La ragione ci permette anche di costruire un progetto di vita, illuminandoci sul come e se possiamo realizzarlo.
La volontà: l’ingrediente finale della felicità
La volontà è ciò che trasforma un progetto in realtà. Essa ti dice:
- Se vuoi essere felice, devi realizzare il tuo progetto.
- La coerenza e la costanza sono fondamentali per raggiungere la felicità.
Diventare imprenditori di se stessi significa avere la capacità di guidare la propria vita con determinazione.
una vita serena è possibile
Concludo con due riflessioni finali:
- È fondamentale diventare volontari del vivere, prendendo in mano la propria vita con consapevolezza.
- Una vita serena non dipende dalle cose che si possiedono, ma dal come si vivono.