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Droga e Alcol: divertirsi da morire

Un’indicativa istituzione come MilanoFree non può non prendere in considerazione aspetti sociali che coinvolgono anche la nostra bella città di Milano, e con quest’articolo voglio portare l’attenzione su uno di questi gravissimi problemi.droga alcol

Il problema che intendo considerare è quello legato alle tossicodipendenze e all’alcolismo adolescenziale e giovanile. Non nascondo che quasi quindi anni di educatore in una Comunità di recupero, hanno lasciato il segno e, quindi, il problema non può lasciarmi indifferente. Ovviamente il problema è piuttosto complesso, e l’articolo vuole essere solo di riflessione.

Evito di riportare statistiche sul fenomeno inerenti alla nostra città, poiché lascio a ognuno il dispiacere di leggerle, rendendosi conto di come droga e alcool sono purtroppo presenti tra i nostri giovani. Perché il ricorso a questi surrogati della felicità? I motivi sono vari, e ogni situazione va considerata se stante, tuttavia credo che un denominatore comune ci sia, ed è quello del non amarsi, del non volersi bene, non essere soddisfatti della propria vita. Tutti siamo in cerca della felicità, nessuno è escluso da questo desiderio, il punto è il DOVE e in CHI la cerco?

Alcool e droga sono un duo molto esigente, sono due amori che esigono molto, anzi, pretendono tutto, la tua schiavitù, l’annullamento della dignità, la vita. Queste “sirene” con il loro canto ti avvolgono, t’invitano a provare, a lasciarti andare nelle “loro calde braccia”. All’inizio è bello, ma ti fanno vedere solo una faccia della medaglia, l’altra, quella diabolica, la nascondono. La scoprirai da solo, ma sicuramente a caro prezzo.

Loro mirano a entrare non tanto nel tuo cervello, ma nel tuo cuore, perché vogliono il tuo amore, ti bramano tutto per loro, amanti intransigenti; ma è proprio questo che ti frega, non è la ragione, ma il cuore! Ricordo che una delle battute più gettonate in comunità era questa: “non è colpa mia, se non incontravo un lui/lei, quella compagnia” Le così dette “cattive compagnie”, che sicuramente ci sono, ma che non possono divenire i soli responsabili, perché in definitiva gli amici, le compagnie si scelgono. Anche qui ovviamente diversi sono i fattori che influenzano alcune scelte, debolezza di carattere, abbandoni familiari, eccetera, che tuttavia non eliminano del tutto la propria responsabilità. Insomma, se a me non piacciono i fagioli, non vado in cerca del ristorante, dove il menu è a base di fagioli. Se ci vado ugualmente, probabilmente ho qualche problema con me stesso, allora è il caso che mi rivolga a chi mi può aiutare, evitando così di entrare nella trattoria.

Tutto questo, tanto per non tenerla troppo lunga, ci riposta ancora all’inizio, alla domanda sulla ricerca della felicità, dove vado a cercarla? Fuori di me? Nelle cose? In una bella moto, auto, casa? Nel potere? Nella ricchezza? Nel sesso?

Illusioni che durano finché durano, poi quando si rompono ecco le frustrazioni, l’infelicità; e siccome un sacco vuoto non sta in piedi, di qualcosa bisogna pur riempirlo. Le “sirene” non aspettano altro. In chi cerco la felicità? Negli altri? In una lei o lui? Sicuramente aiuta, rafforza, colora la mia felicità, ma non può e non deve dipendere né da una lei, né da un lui. Altra cosa ovviamente è riporre la propria felicità in Dio. La storiella delle due mezze mele che si cercano è una romantica fesseria, perché devono essere due mele intere, ossia mature, responsabili, adulte che si cercano e si uniscono. Vorrà dire che invece di fare una mela, faranno un melone, però succoso e buono.

Termino con la domanda per me più importante; ragazze e ragazzi che fate uso di droga e di alcool, perché non vi volete bene? Siete in difficoltà? Cercate aiuto in persone che vi vogliono davvero bene, che cercano il vostro vero bene e lasciatevi aiutare. La mia felicità dipende da me.

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