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Verona Maya Il linguaggio della bellezza

maya verona 1I Maya. Il solo nome evoca storia, mistero, leggenda.

Dall’8 ottobre  al 5 marzo 2017, nel Palazzo della Gran Guardia di Verona si può visitare la mostra I Maya. Il linguaggio della bellezza, una delle più belle esposizioni che siano mai state prodotte a livello internazionale, con circa 300 opere provenienti dai principali musei del Messico.
Nata grazie al fondamentale intervento dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico (INAH), la mostra è promossa dal Comune di Verona con il supporto di Arena Museo Opera (AMO), ed è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e Kornice, a cura di Antonio Aimi e Karina Romero Blanco.

Intorno al 2000 a.C. i Maya partirono dal Nord del Messico e raggiunsero la foce del Rio Panuco, dove iniziarono a lavorare la terra e a cacciare gli animali. La prima tribù Maya fu quella dei Chontal, che verso il IV secolo a.C., furono raggiunti dagli Itzá, mentre altre tribù Maya invadevano la regione guatemalteca di El Petén, già occupata in parte da popolazioni di lingua nahuatl.

Con il passar del tempo i Maya del Guatemala si trasformarono in agricoltori, impararono l'arte della ceramica e si raggrupparono in villaggi che, con lo scorrere dei secoli, si moltiplicarono, si disseminarono su un territorio sempre più vasto, si trasformarono in città rette da un governo autonomo, sul tipo della città-stato, dando vita al Vecchio Impero Maya. 

Tra il IV e il V secolo vengono fondate Tikal, Uaxactun, Balakbal, Uolantùn, Altar de Sacrificios e Piedras Negras, le città di Toninà, Xultùn, Palenque, situate sia nel cuore del territorio Maya sia nelle regioni periferiche, come Chichen-Itzà nello Yucatàn e Copàn nell’Honduras.

Alla fine dell'VIII secolo, quest'espansione si arrestò per ragioni ancora oggi sconosciute, per poi riprendere nel Nuovo Impero Maya, con al centro la Penisola dello Yucatàn. In quel periodo la storia dei Maya s’incontrò con quella dei Tutul-Xiu, che si erano stabiliti nello Yucatàn fondandovi Uxmal, e i Toltechi, alleati del Maya.

Tre potenti e prospere città dominarono in quel periodo, Chichen-Itzà, Uxmal e Mayapàn, unite nella Lega di Mayapàn. L'ultimo atto di questa vicenda fu scritto dall’arrivo dei Conquistadores spagnoli, che però si trovarono di fronte una resistenza tenace e insospettata. Fu solo nel 1548 che lo Yucatàn fu sottomesso definitivamente e l'ultima città Maya rimasta indipendente, Tayasal, nel Guatemala, venne conquistata dagli spagnoli nel 1697.

Nella mostra è affrontato il tema della cultura di quest’antico popolo attraverso le parole e i testi degli stessi Maya, utilizzando uno delle più grandi rivoluzioni antropologiche dell’ultimo secolo, la decifrazione della loro scrittura.

Parallelamente, l’esposizione dà uno sguardo nuovo, innovativo e sorprendentemente attuale sull’arte maya a partire dall’individuazione dei maestri, delle scuole e degli stili, con la possibilità di rapportarsi alle opere attraverso una lettura storico-artistica e non solo archeologica.

Non ci sono solo sculture, nella mostra ci sono anche utensili, maschere, ciotole, orecchini, strumenti musicali, collane e vasi, tutti oggetti altrettanto utili e descrittivi della vita e della storia Maya.

Il tutto in un percorso tematico che ripercorre la storia di un impero estesosi per tutta l’America centrale, dagli stati messicani del Chiapas, Tabasco, Campeche, Yucatàn e Quintana Roo, fino al Belize e al Guatemala, fino all’Honduras occidentale e nel Salvador settentrionale, inventando e sviluppando sistemi matematici, calendari, misurazioni del tempo.

Anche la musica era centrale per i Maya, utilizzata tra flauti e tamburi, nelle funzioni religiose e in quelle funebri.

Grazie alle ultime ricerche scientifiche si possono leggere direttamente i loro testi, senza sfuggire a temi intriganti come le profezie, la fine del tredicesimo bantu, caduto il 21 dicembre 2012,  e i segreti del Conto Lungo, un ciclo di 5125,3661 anni che aveva cominciato a “girare”, il giorno della creazione, che per questo popolo era avvenuta il 6 settembre del 3114 a.C.

In parallelo poi la mostra ha sei tematiche che raccontano, la cultura Maya, la decorazione dei corpi (usavano, infatti, ornare il loro corpo con pitture corporali, tatuaggi e pettinature elaborate gli abiti e gli ornamenti, utilizzati per indicare lo stato sociale), il loro rapporto con gli animali, simbolo delle forze naturali, dei livelli del cosmo e degli eventi, le divinità ed entità sacre adorate, i sacerdoti che le rappresentavano, l’arte Maya, con rigorose analisi storico-artistiche che arrivano a individuare i grandi artisti della pittura e della scultura.

Maya Il linguaggio della bellezza

Dall’8 ottobre  al 5 marzo 2017

Palazzo della Gran Guardia di Verona

Dal lunedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30

Intero € 14,00 

Ridotto € 12,00

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