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Quattro ritratti alla GAM di Milano

Francesco Hayez (1791-1882) fu un pittore della corrente del romanticismo, quel periodo che volle sottolineare nelle pitture i sentimenti e la complicità desiderata dell'uomo con l'assoluto e la natura.

quattro dipinti da vedere alla gam galleria arte moderna milano francesco hayez alessandro manzoni wikipediaL'artista fu un celebre ritrattista di personaggi illustri e intellettuali, ma non solo, dipinse infatti opere che avevano come sfondo e come tema il medioevo (Il bacio). Il romanticismo è una corrente prevalentemente pittorica che si sviluppò nell'Ottocento in Europa caratterizzata principalmente da un ritorno all'assoluto (quindi a Dio), alla natura e all'epoca medievale.

Questa corrente esaltò principalmente nelle opere, i sentimenti d'impatto e la tensione emotiva che potevano scaturire dalla contemplazione delle stesse.

Ora esploriamo Ritratto di Alessandro Manzoni (1874). Questa è l’immagine più diffusa e popolare dello scrittore milanese, tale da oscurare con la sua fama il primo dei ritratti ufficiali manzoniani, dipinto in tono celebrativo nel 1835 da Giuseppe Molteni, dove Manzoni era immortalato in posa ispirata, con un libro in mano sullo sfondo del lago di Como. Qui invece ─ su precisa indicazione della moglie Teresa e del figliastro Stefano Stampa ─ Manzoni è seduto contro uno sfondo neutro in una posa naturale, in verità ottenuta con ben quindici faticose sedute, per una resa perfettamente aderente al vero. Lo scrittore tiene in mano una scatola per il tabacco da fiuto, traccia di un’abitudine domestica e tutta privata, consegnata così alla dimensione della Storia.

Il dipinto della Galleria d’Arte Moderna è una replica totalmente identica, anche nelle dimensioni, del celebre ritratto manzoniano realizzato da Hayez nel 1841 e conservato alla Pinacoteca di Brera. La scapigliatura fu un movimento artistico sviluppatosi a partire da metà Ottocento nell'Italia Settentrionale; si contrapposero al romanticismo italiano maggioritario e riproponendo il naturalismo, furono i precursori del verismo e del decadentismo. I principali artisti (della pittura e della scultura) della scapigliatura italiana, che potremmo considerare in parte simile all'impressionismo francese, furono Francesco Filippini,Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni e Giuseppe Grandi.

Ora esploriamo I figli del principe Troubetzkoy (1874). Quest’opera, presentata alla mostra annuale di Brera del 1874, figura tra le più riuscite di Daniele Ranzoni, artista che insieme a Tranquillo Cremona raccoglie l’eredità pittorica della Scapigliatura milanese. Pietro, Paolo e Luigi - i tre figli dell’ambasciatore russo Pietro Troubetzkoy - vengono ritratti assieme al loro cane all'interno della serra della villa di famiglia, a Ghiffa sul lago Maggiore. L’artista presceglie un approccio confidenziale ai soggetti, evitando le rigide pose ufficiali per dare maggiore risalto alla vitalità dei tre bambini: essi sembrano affacciarsi all'incorniciatura ovale della tela, osservandoci curiosi e svelando espressioni vispe e quasi impertinenti.

L'impressionismo fu un movimento pittorico sviluppatosi nell'Ottocento a Parigi, dove coloro che vi aderirono, preferivano dipingere all'aria aperta (en plein air); essi davano molta importanza al colore e a come la pittura poteva nascere mediata dall'emozione e dalla visione d'insieme.

Alcuni esponenti furono Claude Monet, Edgar Degas, Pierre -Auguste Renoir, Édouard Manet e Camille Pissarro. Ora esploriamo Ritratto di Michel Arnaud a cavallo (1875).Nei primi anni Settanta dell’Ottocento Manet si cimentò con il genere del ritratto equestre. Il risultato fu un gruppo abbastanza omogeneo di opere, tra cui oltre a quello del signor Arnaud alla Galleria d’Arte Moderna di Milano si annovera il Ritratto del pittore Émile Guillaudin a cavallo (Deaborn, Michigan, collezione privata) e il Ritratto di Marie Lefébure a cavallo (Museu de Arte de São Paulo). Tutti e tre i dipinti raffigurano esponenti dell’alta borghesia parigina, ma Il ritratto equestre del signor Arnaud sembra discostarsi dalle tele precedenti, a partire dalle misure e dal taglio dell’immagine: un dipinto di dimensioni quasi doppie, di formato verticale e nel quale il cavallo compare a figura intera. Michel Arnaud era un imprenditore parigino, collezionista occasionale di dipinti impressionisti e grande appassionato d’equitazione, motivo per cui probabilmente Manet lo ritrasse in sella al suo destriero.

Boldini (1842-1931) si contrappose alla corrente dei Macchiaioli, e preferì dipingere ritratti, senza dipingere all'aria aperta, e con la sua spregiudicatezza e le pennellate dinamiche forse anticipò lo stile dei Futuristi. Non dipinse en plein air e nei suoi ritratti le protagoniste principali furono donne, leganti e raffinate, consapevoli della loro femminilità. Da i suoi dipinti non trapelano solamente esteriorità ed eleganza, ma traspare persino una certa interiorità attraverso l'atteggiamento e la posa della donna ritratta.

Ora esploriamo Treccia bionda (1891). Questa opera è generalmente datata agli inizi degli anni Novanta, periodo in cui Boldini si era già trasferito a Parigi, per la pittura scomposta e di getto: questa vaghezza di tratto risente, oltre che dell’esempio della coeva pittura impressionista, della conoscenza approfondita della tecnica chiaroscurale di Frans Hals, al quale Boldini si deve essere avvicinato durante un viaggio ad Amsterdam del 1876. A differenza di molti ritratti femminili dell’artista, in cui la figura intera è funzionale a mostrare tutti i dettagli degli eleganti ed elaborati abiti delle ritrattate, in questo dipinto la figura è limitata al solo busto. Il volto ovale di questa fanciulla, di cui non conosciamo l’identità, emerge con forza nell'incarnato materico e corposo dai toni rosei; mentre lo sfondo e la veste si sfaldano, il primo in sfumature terrose e in una pittura pastosa a lunghe sciabolate di colore, la seconda in pennellate quasi trasparenti di tono madreperlaceo.

Eloiza Ticozzi

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