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Picasso Superstar, grande ritorno a Palazzo Reale

Mostra PicassoDa oggi oltre duecentocinquanta opere in mostra per combattere la fibrosi cistica.

Ѐ un ritorno che emoziona e inorgoglisce Milano. Pablo Picasso è nel capoluogo lombardo per la terza volta, dopo le esibizioni del 1953 e del 2001.

Nel dopoguerra, con l’esposizione di Guernica, la città diventava la protagonista europea della cultura antifascista e della lotta per la libertà; sgomenta dopo l’undici settembre, nel 2001 Milano accoglieva una retrospettiva limitata, ma di grande suggestione.

Indebolita dalla crisi, ma consapevole delle proprie potenzialità, riaccoglie il genio precursore di tutta l’arte contemporanea che diceva: “Da Van Gogh in poi siamo tutti autodidatti”.

 Dal 20 settembre al 6 gennaio 2013 Palazzo Reale ospita i capolavori del Museo Nazionale Picasso di Parigi, splendido edificio del 1656 attualmente chiuso per restauri.

Si tratta dell’unica tappa europea di un tour mondiale che, toccando città come Tokyo, Abu Dhabi, Sidney e San Francisco, dal 2008 a oggi ha richiamato più di sei milioni di visitatori.

La mostra, risultato di due anni di lavoro intenso come ricordano la curatrice della mostra Anne Baldassari e il Direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina, è un evento assolutamente straordinario per l’incredibile numero di opere esposte: più di duecentocinquanta tra dipinti, sculture e fotografie esposti in ventuno sale.

Si tratta, inoltre, di un grande evento di solidarietà: la Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cisticapicasso donne che corrono sulla spiaggia  è charity partner della mostra: acquistando il biglietto charity (euro 10 intero, euro 8.50 ridotto) a solo un euro in più rispetto all'ordinario, si potrà finanziare un nuovo progetto di ricerca coordinato dall'Università di Verona che intende mettere a punto farmaci innovativi per contrastare la grave infiammazione polmonare tipica della fibrosi cistica che distrugge progressivamente i polmoni. Si tratta della malattia genetica più diffusa, ma purtroppo ancora poco nota: un italiano su venticinque è portatore sano del gene mutato e la Fondazione, ricorda il vice Presidente Matteo Marzotto, è impegnata anche nel promuovere lo screening fra le giovani coppie fertili.

L’esposizione offre ai milanesi l’opportunità unica di attraversare tutta la ricca e vasta produzione dell’artista nato a Malaga nel 1881 e, assieme a questa, l’evoluzione storica e artistica dell’Europa del Secolo breve.

La sala delle Cariatidi, in un maestoso allestimento non solo cronologico, ma anche figurativo e analogico, ospita Massacro in Corea (1951), il work in progress di Guernica e due grandi wall dedicati a citazioni che svelano la poetica di Picasso, come “L’arte non dovrebbe essere un trompe-l'œil, ma un trompe l’esprit”.picasso la celestine

Seguono il meraviglioso La Célestine (1904), opera carica di espressività e pathos del periodo blu, e I due fratelli (1906) in cui il rosa viene applicato a strati leggeri con esiti preziosi in un’atmosfera leggera e malinconica.

Nel 1907, con la scoperta dell’arte tribale africana al Museo etnografico del Trocadero, inizia il percorso di destrutturazione tipico della produzione di Picasso, influenzato anche dalla scultura romanica catalana che preannuncia la rivoluzione proto cubista de Les demoiselles d'Avignon.

Ne è un esempio Figura (1907), una scultura in quercia intagliata che richiama le veneri preistoriche.

La decomposizione picassiana raggiunge alti livelli di astrazione con i celeberrimi Uomo col mandolino e Uomo con la chitarra (1911) che preannunciano il primo collage dell’arte moderna, Natura morta con sedia impagliata (1912) in cui Picasso sperimenta nello spazio e propone, dirompente, la terza dimensione. La pittura diventa scultura. E viceversa.

Le sale successive sono dedicate al periodo classico dell’artista (1915-1924) che si lascia influenzare da Velasquez e da modelli ingresiani. Ne sono splendidi esempi Paulo nei panni di Arlecchino e il Ritratto di Olga in Poltrona, personaggi malinconici e colossali che prendono vita all’improvviso, su sfondi immacolati, seduti su sedie appena tracciate nella loro struttura.

Segue il sorprendente periodo surrealista con, tra gli altri, i famosi La lecture (1932), Pittore con tavolozza e cavalletto (1928) e Donna che lancia una pietra (1931) che lasciano poi posto all’arte impegnata degli anni compresi fra il 1935 e il 1951: per l’intensa serie di ritratti a Dora Maar e Marie-Thérèse Walter, simbolo della sofferenza della guerra, Picasso si ispira a Van Gogh (Uomo con cappello di paglia e cono gelato, 1938) la cui arte, considerata degenerata dai nazisti, viene bruciata a Berlino.

Da questi, Picasso mutua i colori e la virulenza espressionista che unisce alla propria tecnica cubista dell’incastro faccia-profilo in Ritratto di Dora Maar, 1937.

Tra il 1946 e il 1961 le creazioni di Picasso partono dagli objects trouvés: ogni mattina, sulla strada che lo porta dalla sua casa di Galloise fino a Fourhas, l’artista raccoglie in campi e fossi elementi casuali che assembla. Sono cesti, tubi di piombo, stampi per dolci, rami protagonisti di una poetica dell’ordinario che non smette di stupire (La capra, 1950).

Meravigliose anche le sculture in bronzo come Le bagnanti (1956), esaltate dall'allestimento bianco.

Gli ultimi anni sono quelli del rinnovamento lirico: una nuova energia che alimenta colori violenti sembra scorrere nell’artista, come dimostra Il matador (1970).

Chiude l’esposizione una serie di acqueforti e acquetinte, fra queste di grande impatto Davide, Betsabea e il profeta Nathan (1970) e Casa chiusa. Maldicenze. (1971).

Una mostra imperdibile e sorprendente: la storia dell’arte vi aspetta a Palazzo Reale fino al 6 gennaio. Non mancate.

Informazioni utili:

Picasso. Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi.

Palazzo Reale di Milano dal 20 settembre 2012 al 6 gennaio 2013

Orari

lunedì, martedì e mercoledì: 8.30-19.30

giovedì, venerdì, sabato e domenica: 9.30-23.30

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