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L'arte rinascimentale tedesca

A Milano a Palazzo Reale viene presentata la mostra “Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia” dal 21 febbraio al 24 giugno 2018 con oltre 100 opere che illustrano la variegata carriera artistica dell’artista. Considerato il principale esponente del Rinascimento tedesco, ebbe legami con artisti italiani del Rinascimento italiano e fu rappresentativo di una koinè artistica che connetteva l’Italia del Nord (ma non solo) alla pittura tedesca e fiamminga.

arte rinascimentale tedescaDürer nasce nel 1471 a Norimberga, terzo di otto figli, dall’omonimo orefice detto “il Vecchio” di origini ungheresi ed e già molto giovane quando entra a fare parte della bottega del padre per via di un talento molto precoce. Infatti nel 1483, il dodicenne Dürer entra come apprendista nel laboratorio orafo del padre. Ha una predisposizione nel maneggiare gli strumenti da orefice, caratteristica che gli sarà utile nell’incisione successivamente.

Tra Quattrocento e Cinquecento, l’editoria esplode a Norimberga e non solo: si formano reti commerciali che la collegano a Venezia, Lisbona, Cracovia e Lione. Una pittura giovanile ben conosciuta, è il ritratto del padre del 1490 (Ritratto del padre), dove aderisce ai canoni nordici, prima di entrare in contatto con l’arte italiana e gli ambienti neoplatonici dove potrebbe essere stato influenzato persino da studi simbolici ed esoterici.

Maestro in primis di grafica, studiò anche il corpo umano e le proporzioni classiche influenzato dai viaggi in Italia, ma rimase sempre formato anche da studi di tipo nordico che mettevano in luce la natura in ogni aspetto possibile. Un gruppo di acquarelli con paesaggi di rupi, di boschi, di castelli fra il Tirolo , il Trentino e il Garda ci offre l’emozione e l’attenzione verso il paesaggio del giovane artista nell’attraversamento delle Alpi.

Dürer è affascinato sempre dalla natura, da animali di fantasia e veri come dimostra il Granchio Marino del 1495, acquarello di una vena molto realistica da apparire quasi fotografico. Viaggia in Italia tra il 1494 e il 1495 soprattutto a Venezia, ma anche a Trento, Padova, Mantova e Milano dove approfondisce lo studio umanistico della rappresentazione dello spazio e la ricerca delle proporzioni vitruviane del corpo umano.

Cerca di entrare in contatto con i maestri del tardo Quattrocento (Mantegna, Bellini, Bramante e Jacopo de Barbari) prediligendo Giovanni Bellini di cui ama la solidità delle figure in primo piano e i colori luminosi. Fa disegni di figure umane mettendo in pratica studi di tipo vitruviano (il Trattato di Architettura di Vitruvio De architectura fu stampato a Venezia nel 1511) e si confronta con Leonardo da Vinci nei disegni delle proporzioni di cavalli.

In quel periodo a Milano, Bramante realizza la tribuna di Santa Maria della Grazie e il matematico Luca Pacioli stende il trattato più celebre, De Divina Proportione con la descrizione dei solidi prospettici. Leonardo in quel periodo aveva iniziato il lavoro del Cenacolo ma è molto improbabile che i due artisti si siano incontrati.

L’opera principale realizzata da Dürer nel secondo viaggio in Italia, proprio a Venezia è la grande pala dipinta per i mercanti tedeschi (Festa del Rosario), destinata a un altare della chiesa di San Bartolomeo di Rialto (oggi conservata nella Galleria Nazionale di Praga). Poco prima aveva realizzato il dipinto Ritratto di giovane veneziana.

Forse si tratta del suo capolavoro cardine nella pittura; il pittore si è ritratto in primo piano sulla destra in una posizione defilata e regge nelle mani un foglio con una scritta latina, in cui specifica di avere ritratto l’opera in cinque mesi ma si pensa che tempi dell’esecuzione debbano essere stati leggermente più lunghi. Nella tavola in primo piano vengono raffigurati Alessandro VI Borgia e l’imperatore Massimiliano I d‘Asburgo sul cui capo la Madonna pone una corona di rose allusiva alla festa del Rosario.

Dal 1498 al 1511 vengono stampate quattro edizioni delle quindici xilografie che Dürer dedicò al martirio di San Giovanni e all’ultimo libro dell’Apocalisse. Nel 1512, l’imperatore Massimiliano d’Asburgo I, commissiona all’artista una gigantesca xilografia (Arco trionfale) dove vengono illustrate storie della vita di Massimiliano e dei suoi antenati oltre a numerose raffigurazioni allegoriche.

Tra il 1513 e il 1514 l’artista realizza delle incisioni: Il cavaliere, la morte e il diavolo , il San Gerolamo nello studio e la Melencolia I. Vengono considerati un’ideale trilogia anche perché le loro dimensioni sono tra di loro molto simili. Da un punto di vista simbolico, la stampa col cavaliere raffigura la vita attiva, il san Gerolamo la vita contemplativa e l’allegoria della Malinconia proietta su un orizzonte denso di rimandi.       

ORARI:

Lunedì: 14.30-19.30

Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30

Giovedì e domenica 9.30-22.30

PREZZI:

Intero: € 12.00

Ridotto: € 10.00

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