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Imago Italiae: la geografia della De Agostini a Milano

mostra de agostini 1Nella Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani a Milano, dal 18 gennaio al 28 febbraio, è allestita la mostra Imago Italiae. Le carte geopittoriche della famiglia De Agostini.

L’esposizione racconta le fasi di attività di una famiglia di cartografi che ha dato un contributo fondamentale, non solo alla conoscenza della morfologia del territorio italiano e alla sua evoluzione, ma anche alla divulgazione e alla didattica della geografia fisica e politica, comunicate con modalità originali di rappresentazione grafica di paesi e regioni dell’orbe terracqueo.

Sono esposte, per la prima volta, tutte le carte geopittoriche realizzate dalla famiglia De Agostini dal 1935 al 2015 a partire dalla produzione storica del capostipite Giovanni, fondatore dell’Istituto Geografico De Agostini, autore della carta stradale d’Italia scala 1:250.000 per il TCI e delle opere geopittoriche Italia Viva, il Bel Paese e Imago Italiae, fino agli atlanti e alle carte geopittoriche tematiche progettati dal figlio Federico e alle recenti produzioni grafico-artistiche di Minori Morozumi, autrice della Carta stradale d’Italia scala 1:1.000.000 e dell’Agenda gastronomica d’Italia per il mercato giapponese e moglie di Giovanni jr, curatore della mostra, geologo e cartografo.

Nata a Como nel 1900 come succursale di un’azienda di arti grafiche svizzera, la De Agostini venne rilevata nel marzo 1901 da Giovanni De Agostini e Arturo Reslieri, che l’avevano gestita sino a quel momento per conto dei proprietari elvetici Jacques Muller e August Trub.

Giovanni De Agostini (1863-1941), abile cartografo, cambiò la denominazione della ditta in Istituto Cartografico De Agostini, per investire nella produzione di carte geografiche.

L’intensa collaborazione con il Touring, che aveva commissionato la Grande Carta d’Italia, spinse De Agostini a spostare la sede dell’attività a Novara nel 1909, vicino al principale committente, mutando il nome dell’azienda in Istituto Geografico De Agostini.

La crisi economica delle Prima Guerra Mondiale costrinse De Agostini a mettere in liquidazione l’azienda, rilevata, nel 1920, da una società formata da Cesare Rossi e Marco Adolfo Boroli, che rivitalizzarono la De Agostini, investendo sul mercato straniero, in particolare sudamericano, e sostituirono le vecchie macchine litografiche con un impianto rotocalcografico.

La casa editrice mantenne buoni rapporti con il regime fascista, perseguendo strategie di alleanza con i vertici del partito, come dimostrò la nomina di Arnaldo Mussolini a presidente onorario dell’istituto.

Preponderanti nel catalogo della De Agostini rimasero l’editoria per il turismo e l’arte, ad esempio la collaborazione con l’Automobile Club torinese diede vita all’Atlante automobilistico tascabile d’Italia (1926) e all’Atlante automobilistico tascabile dell’Europa Centrale e dell’Africa Mediterranea, tradotto in francese, spagnolo, inglese e tedesco.

Proseguì anche l’impegno in ambito scolastico e parascolastico, con manuali, carte geografiche, atlanti e l’Enciclopedia geografica divertente, raccolta di agili volumetti, corredati di cartine geoturistiche per avviare i ragazzi allo studio della geografia.

Nel 1945, dopo una lunga trattativa tra la proprietà, il governo e i dipendenti, la società venne affidata a un organo collegiale composto Alessandro Bormani, Adolfo Marco Boroli, Achille Boroli, oltre che da Ferruccio e Carlo, figli di Cesare Rossi, che ben presto cedettero le loro quote alla famiglia Boroli.

Nel secondo dopoguerra, fu operata una completa riconversione dello stabilimento in un’azienda grafica con il rinnovo di macchinari in grado di garantire la stampa in rotocalco e in carta in rotolo, a più colori contemporaneamente e a una velocità media superiore.

Accanto ai settori tradizionali, si delineò un’attenzione verso nuovi settori di mercato con uno sguardo privilegiato alla dimensione divulgativa.

Quando, nel 1961, scomparve il presidente Mario Adolfo Boroli, gli succedettero i figli Achille e Adolfo, che affiancarono al tradizionale mercato delle librerie la distribuzione in edicola, per rispondere alle esigenze di una più diffusa alfabetizzazione, senza contare la possibilità offerta alle famiglie di acquistare a modiche cifre, dilazionate nel tempo, opere di valore.

Nel 1971, per fronteggiare un difficile momento economico, vennero scorporati il ramo grafico e quello editoriale, il primo, con un migliaio di dipendenti, divenne l’Istituto Geografico De Agostini Officine Grafiche spa, mentre il secondo, di più ridotte dimensioni, fu trasformato nell’Istituto Geografico Casa Editrice spa, entrambi controllati direttamente dall’Istituto Geografico De Agostini spa.

Nel 1986 Achille Boroli si dimise dalla carica di presidente dell’istituto, sostituito dal fratello Adolfo, coadiuvato dai consiglieri delegati Marco Drago e Marco Boroli, dando vista a una nuova fase nella vita del Gruppo, culminata, nel 2001, nella trasformazione della De Agostini in una delle subholding insieme alle Officine Grafiche, De Agostini Holding e De Agostini International del gruppo da cui dipendevano Editions Atlas e Planeta-De Agostini.

Oggi nel catalogo De Agostini resta importante il settore geografico, rinnovato grazie al potente ausilio offerto dall’informatica, e commercializzato soprattutto attraverso le edicole, oltre all’impegno nel campo della manualistica elementare e per la scuola media.

La mostra è aperta dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19, sabato dalle 9 alle 12.30 ed è chiusa domenica e festivi. 

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