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Graffitari a Milano: in equilibrio tra illegalità e celebrazione artistica

graffiti milano vasterAll’inizio era l’hip hop anni ‘70, il bombing e il tagging erano esuberanti modi per invadere la città di nomi e colori e far sentire la propria voce.
Ma la competizione era già forte e la tecnica si è evoluta velocemente, sono nati nuovi stili come blockletters, bubble style, 3dstyle e sono apparsi veri e propri dipinti che hanno attirato l’attenzione del mercato dell’arte.
L’ultima svolta stilistica? L’ironia alla maniera neodadaista, tante tecniche (anche adesivi e stencil) per interagire con il paesaggio urbano (cartelli stradali in primis) e cambiare il punto di vista sulla quotidianità, l’obbiettivo è divertire ma anche invitare alla riflessione.
Ecco che il confine tra arte e imbrattamento è diventato labile, e siccome ognuno ha la propria idea del bello la scena si è complicata con esiti sicuramente interessanti e a volte paradossali.
La legge parla chiaro (Codice penale all’articolo 639) e il comune di Milano con la campagna “FacciAMO bella la nostra città” lo ribadisce: per chi deturpa beni immobili, come i muri delle case, oppure i mezzi di trasporto pubblici e privati, la multa va da 300 a 1.000 euro e la condanna può arrivare fino a sei mesi di carcere.

Ma la bellezza sembra scardinare la legge, al di là di definizioni accademiche di seriosi critici d’arte che vorrebbero poter definire cosa è arte e cosa è imbrattamento, pare che l’ultima parola spetti al popolo.

Maggio 2015, Milano Via Cesariano: volenterosi cittadini partecipavano all'iniziativa “Bella Milano”, autorizzati dal Comune e armati di vernice bianca stavano cancellando il murales di Pao e Linda che abbelliva il parco giochi. I residenti hanno protestato animatamente, l’assessore si è scusato e i disegni verranno rifatti.

Questo è solo uno dei tanti episodi dove l’affetto dei cittadini per l’arte di strada e le risposte del mercato hanno ribaltato la situazione.

Ad esempio il sopracitato Pao, l’artista famoso per i dissuasori/panettoni trasformati in pinguini, ha collaborato con il Comune per la mostra “StoriaMi – Street Art per la storia” del 2016, realizzando 8 pannelli che raccontano la vita di uno dei luoghi più antichi di Milano, piazza dei Mercanti.
Inoltre il Comune mette a disposizione dei graffitari 100 muri perché possano esprimersi nella legalità, Hangar Bicocca ha cambiato aspetto grazie al progetto Efemero, un enorme murales opera dei fratelli Pandolfi e la Confedilizia suggerisce ai proprietari di immobili di far dipingere le saracinesche di box e negozi per scoraggiare altri writers.

E questo mondo, già diviso tra Writing e Street Art, si divide ulteriormente tra “puri” e “venduti”.

Se Blu, il purista e anonimo artista ha cancellato le sue opere dai muri della città di Bologna per protesta contro la mostra Street Art Banksy & Co, vedendo in questa celebrazione un modo per far soldi con opere che erano nate per essere fruite gratuitamente da tutta la città, la maggior parte degli artisti, invece, apprezza il poter avere un ritorno economico.

Zoow24 ad esempio, dopo anni di scorribande a colorare muri in tutta Europa tra pericoli e tasche vuote, ha deciso di dipingere su tela e vendere i suoi lavori.

Questo ribaltamento è stato ironicamente celebrato con il sito Diecimilaeuro che spiega dettagliatamente come rubare la Street Art e ne propone una stima economica. Il paradosso legale fa si che appropriarsi di una opera nata abusivamente non possa essere considerata tecnicamente un furto.

Per i giovani creativi, spesso studenti di arte, un buon modo per iniziare a mettere a frutto le proprie capacità è proprio quello di dipingere su commissione le saracinesche, magari non firmando l’opera, ma i soldi saranno utili per acquistare nuovi colori e avviare nuovi progetti.
La pensa cosi anche Pietro, studente all'accademia di Brera e appassionato di Street Art fin da piccolo, quando fu ispirato da un opera di Avido che vedeva ogni volta che andava a trovare i nonni. Pietro sostiene che: “vedere la propria arte celebrata e ripagata è una grande soddisfazione”.
Oggi Pietro si esercita su tela per perfezionare la tecnica, gestisce il gruppo Facebook Official Graffiti Milano per condividere foto e commenti. Tra le tante foto della ricchissima gallery di Official Graffiti Milano , Pietro ci segnala un’opera di Vaster che si trova in zona Martesana, una scritta che ben rappresenta la scena Milanese per lo stile molto preciso e l’effetto 3D.
Volete farvi un‘idea della produzione di Graffiti a Milano?

Milano Free ha raggiunto Marte il fondatore di Nuclear 1, la crew che organizza l’evento, per avere qualche dettaglio in più. Il festival si tiene, grazie alla disponibilità del sindaco di Trezzano, presso la scuola che ad ogni edizione viene completamente ridecorata per la gioia degli studenti. Ci saranno ospiti da tutto il mondo e nello spirito dell’evento che è proprio “un’incontro tra stili” verranno selezionati artisti in modo da rappresentare scene e tecniche diverse. Dopotutto, la stessa Nuclear 1, crew nata anni fa lavorando su progetti impegnativi sia per i temi trattati che per le dimensioni delle opere, vanta membri sparsi in tutto il mondo. Marte usa una bella analogia con il mondo del rock per spiegare quanto possa essere variegato il mondo dei graffiti, non contrapposizioni nette ma piuttosto 1000 sfumature di stili e di approcci all'arte e al lavoro.

La filosofia di fondo è proprio che “l’arte è di tutti e il concetto di bello è relativo” è importante che tutti siano rappresentati e si possano confrontare. Le selezioni sono aperte! 

In tempi di accesi dibattiti politici a proposito di muri per dividere e separare, l’arte e il colore possono trasformare il muro stesso in un punto di incontro trasversale e mezzo di comunicazione libera e immediata.

A voi le bombolette!

Susanna Pirola

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