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Buon viaggio Nanda Vigo. La luce e l’archivio

Pochi giorni fa abbiamo detto addio a Nanda Vigo, una delle più grandi protagoniste della Milano artistica sin dagli anni ’60. Nanda, morta pochi giorni fa a 83 anni dopo un breve ricovero; è stata artista, architetto e designer.

nanda vigo opere arte archivio milano ricorsa scomparsaNanda Vigo. Artista, architetto, designer

Nasce a Milano nel 1936 e ha da sempre vissuto e lavorato tra Milano e l'Africa orientale. Il suo interesse per l’arte si è da sempre manifestato sin dalla tenera età, in particolare quando ebbe occasione di trascorrere del tempo in compagnia di Filippo de Pisis e di osservare le architetture di Giuseppe Terragni.

Dopo la laurea all'Institut Polytechnique di Lausanne e uno stage a San Francisco, Nanda Vigo aprì il suo studio a Milano nel 1959. Da lì, la tematica cuore del suo fare arte diventò il conflitto/armonia tra luce e spazio. A partire dal 1959, iniziò a frequentare lo studio di Lucio Fontana per poi avvicinarsi agli artisti fondatori della galleria Azimut a Milano quali Piero Manzoni ed Enrico Castellani. Sempre in quegli anni tra i suoi viaggi per mostre in tutta Europa, iniziò il progetto per la ZERO house a Milano, terminata nel 1962.

La sua carriera continua tra mostre personali, esposizioni e collaborazioni con artisti e architetti, progetti di architettura e design, premi autorevoli lavorando con un rapporto interdisciplinare tra arte, design, architettura e ambiente.

Nanda Vigo. Sotto il segno della luce

“Sarebbe bello che l’arte e l’architettura, come avveniva nel Rinascimento, fossero la punta dell’iceberg che precede l’evoluzione verso il Nuovo Rinascimento, che ci sarà” - Nanda Vigo.

La luce diventa negli anni uno degli elementi più interessanti e importanti del suo lavoro, che esplora e sperimenta tra misticismo e minimalismo. Stando ai suoi racconti, ne aveva scoperto la bellezza sin da bambina, quando rimase affascinata da un fascio di luce che colpiva la Casa del Fascio di Giuseppe Terragni. E fu con questo spirito, che nel 1964 elaborò il Manifesto cronotopico: la teoria della modificazione dello spazio attraverso la luce e il coinvolgimento sensoriale “di chi fruisce di spazi e oggetti”.

Inoltre tra il 1965 e il 1968 Nanda Vigo, sempre sotto il segno della luce, creò con Gio Ponti, la Casa sotto la foglia a Malo a Vicenza, mentre nel ‘71 fu premiata con il New York Award for Industrial Design per il suo sviluppo di lampade come la Golden Gate. Nella sua vita ha sempre voluto connettere arte, design e architettura con passione e testardaggine. I suoi non sono mai stati soltanto oggetti o lampade ma qualcosa che va sempre oltre, anche dello spazio, sia fisicamente che emozionalmente.

L’Archivio Nanda Vigo

L’Archivio, fondato per suo volere nel 2013, ancor di più dopo questa grande perdita, continuerà con maggior convinzione e slancio per favorire l’opera di promozione e di protezione del suo sessantennale lavoro. La volontà, come da sempre, è dare visibilità alla sua carriera attraverso il racconto di importanti mostre tra cui si segnalano tra le più recenti, ITALIAN ZERO & avantgarde 60's al MAMM Museum di Mosca nel 2011; le esposizioni al Guggenheim Museum di New York, al Martin-Gropius-Bau di Berlino e allo Stedelijk Museum di Amsterdam tra il 2014 e il 2015. Le mostre personali quali Nanda Vigo Lights Forever alla Galleria Allegra Ravizza (Lugano); Affinità elette al Centro San Fedele di Milano e alla Fondazione Lercaro di Bologna, Zero in the mirror alla Galleria Volker Dhiel di Berlino, Nanda Vigo alla galleria Sperone Westwater di New York, avvenute tra il 2013 e il 2016. La partecipazione alla XXI Triennale. 21st Century. Design After Design, la presentazione del 2016 di Exoteric Gate, esposta nel cortile Ca' Granda dell'Università degli Studi di Milano, sua prima opera monumentale. E ancora la sua partecipazione alla mostra Fantasy access code a Palazzo Reale di Milano nel 2017 e alla mostra Lucio Fontana. Ambienti/Environment a Pirelli Hangar Bicocca. E ancora tanto altro, fino ad oggi: difatti è in corso al museo MACTE di Termoli la mostra Light project 2020 .

Un’artista specchio di convinzioni radicali sull’arte, il design, l’architettura. Nanda ha creato e consolidato le sue idee con le sue opere, senza paura e senza ipocrisia. Uno spirito intransigente, un’artista indipendente, è stata sempre lei a scegliere la sua vita.

Ciao Nanda, buon viaggio.

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